Una delle storie maggiormente conosciute del mondo dell'Arte, certamente quella che il grande pubblico ha più nella memoria è il
ritrovamento delle false sculture di Amedeo Modigliani a Livorno nel Fosso Reale.
Con una certa frequenza la ricordano i media, spesso sbagliando il numero, quasi sempre gli autori.
Dovremo prima o poi raccontarne la verità.
Il 2/3 Febbraio 2015 i media hanno dato grande rilevanza al fatto che due sculture in bronzo, custodite al Museo Fitzwilliam di Cambridge, sono state attribuite a Michelangelo.
Sono conosciute come i " Bronzi Rothschild " perché appartenute al barone Adolphe de Rothschild, nipote del fondatore della grande dinastia bancaria. Noi non ci esprimiamo in merito; quello che c'interessa é evidenziare una metodologia.
Il progetto di attribuzione dei bronzi, che ha coinvolto un team di esperti internazionali, è stato come un thriller rinascimentale..."
Victoria Avery, una Curatrice del Museo
Le sculture erano state precedentemente attribuite a svariati artisti come Benvenuto Cellini o Jacopo Sansovino. Pochi mesi fa Paul Joannides, Professore Emerito di Storia dell'Arte all'Università di Cambridge, ha collegato uno schizzo di un allievo di Michelangelo ai bronzi, in quanto il disegno riporta una delle due sculture in grande dettaglio (Il disegno è custodito al Museo Fabre di Montpellier in Francia ).
Secondo gli esperti che individuano in queste opere la mano di Michelangelo, sono molti i dettagli a conferma, tra cui la forma degli ombellichi dei due
uomini e la presenza di un folto pelo pubico che, secondo Peter Abrahams, Professore di Anatomia all'Università di Warwicko, e altri ricercatori
del team, sarebbe come una firma di Michelangelo.
Sempre, a detta di questo team, la muscolatura, i tendini, i dettagli anatomici perfetti puntano tutti nella stessa direzione.
Ribadiamo che noi non prendiamo posizione; quello che però ci fa piacere far notare è che questi studiosi giungono ad una conclusione per la
quale danno delle spiegazioni.
E siamo a conoscenza che hanno proceduto con grande cautela e dichiarano di essere in attesa di ulteriori esami.
Riferiamo anche che Antonio Natali, Direttore degli Uffizi, ha molti dubbi su questa attribuzione ma quello che più ci sembra interessante è
questa sua dichiarazione: "La premessa è che, per principio non mi esprimo mai su opere che non ho visto dal vero, e questo è fondamentale, in quanto quando si parla di dipinti, disegni o sculture non ci si approccia ad un film, che si può guardare in copia".
Ricordiamo anche che Antonio Natali è autore d'importanti testi e pubblicazioni su Michelangelo.
Quanta differenza tra questi studiosi, anche se di opinioni diverse, che danno precise motivazioni per le loro teorie ed altri ai quali basta inviare un
'immagine di un dipinto o di un disegno per email per avere un vaticinio dogmatico, oppure una risposta ambigua come quelle della Sibilla.
Ora anche un inesperto come me in questa tecnologia, è perfettamente a conoscenza che ogni schermo di computer ha differenti stati di risoluzione e
diversi risultati di cromia. All'opposto del Professor Natali, a loro non interessa vedere l'opera dal vero e continuano a procedere con un metodo
tipico dei maghi.
Al di là dell'esempio dei due bronzi, di Michelangelo o meno, quello che salta agli occhi è che si continuano a scoprire opere di Maestri
dei secoli passati.
Per Amedeo Modigliani, e forse per altri, vige una regola dogmatica: "E' pubblicato su volumi di alcuni decenni fa? " se non è così niente pu
ò essere scoperto e tutto è falso.
Personalmente ritengo questo approccio non scientifico ma solo arrogante.
Dopo l'episodio del Fosso Reale, del quale ripeto, sarebbe opportuno conoscerne la verità, se non il silenzio, per lo meno la modestia sarebbe
opportuna e dignitosa.
Gregorio Rossi